Prosciutto, melone e Tai Rosso – il contest
Anch’io faccio parte di quella categoria di persone che se vede un tasting-panel o qualcosa del genere, ci si butta dentro “a prescindere”.
In questo caso non potevo esimermi dal partecipare al contest sulla “personale interpretazione” del prosciutto e melone abbinato al Tai Rosso che, nel mio specifico caso, era di Piovene Porto Godi.
Premesse:
1- (colgo l’occasione per dire che) Novellara è terra di e meloni e citrullus lanatus (angurie) tanto che è stata avviata una domanda per ottenere l’IGP. Qui l’intervista ad un amico produttore che rifornisce con le sue citrulles anche La Francescana. Da notare anche la manifestazione Miss Anguria … priceless.
2- è un periodo un po’ concitato avendo un impegno molto importante sabato 🙂 per cui non volendo fare brutta figura per aver preso l’impegno del contest, ho impiegato pochi minuti per strolgare (verbo reggiano) fuori qualcosa. Che poi, rivedendo le foto, so già che la figuraccia la faccio comunque anche perchè ho avuto modo di vedere i contributi, chennesò, di Senza Panna, ElisaKitty’s, Laura che sono fenomenali.
Vado comunque fiero del mio operato e vado lesto lesto ad esplicitarlo:
Apro la bottiglia giuntami, noto che è un 2009.
La apro probabilmente un po’ caldina. La lascio, aperta con tappo ri-messo, in cantina alla ricerca di una temperatura piu’ decente.
Assaggio il liquido odoroso (cit.) dal colore violaceo vibrante tra riflessi rosati e ambrati.
Subito il naso è stretto e dritto. Si sentono chicchi d’uva polposa schiacciati e petali di viola, questi due sentori sono supportati da una abbondante nube alcolica scaturita dal centro del bicchiere (aiutata dai 2-3 gradi di troppo). L’acol è importante. Tra gli altri sentori, spezie, qualche nota più “animale”.
In bocca la prima sensazione è tattile, sulla punta della lingua metallico, minerale, quasi effervescente.
Sulla lingua si adagia dando abbondanti sensazioni calde, l’alcol in primis sul frutto che poi ritorna in finale di bocca, tamarindo, spezie (pepe nero), quasi peperoncino.
Il giorno dopo (amo sempre fare una comparazione a boccia aperta) l’impeto dell’alcol si è fermato e comunque è evoluto verso il distillato, il naso più ampio anni luce, ci sono petali di rosa appassiti, ancora viola.
In bocca il frutto polposo viene fuorie sorprende una buona sapidità.
Per tirare le fila, ritengo che per una struttura del genere, questo Tai Rosso vada bevuto tranquillamente tra qualche anno. L’ho approcciato come se fosse un vino facile, invece ha una sua personalità ben definita ma che vedo ancora non composta data la sua gioventù.
Riguardo a questa lettura del vino mi piacerebbe confrontarmi con i produttori e con chi l’ha già assaggiato.
Relativamente all’abbinamento Prosciutto-Melone: mi sono sorpeso di non avere nel bicchiere un “vinello”. Ho pensato che stressare il prosciutto con una cosa che non si dovrebbe mai fare, e cioè una cottura, poteva comunque starci.
Mettendo assieme esigenze di velocità e praticità ecco cosa ci è salatato fuori:
SORBETTO PROFUMATO DI MELONE AL PROSCIUTTO CROCCANTE
– spolpo il melone dell’azienda agricola Bartoli (andate allo spaccio!!) e lo schiaffo nel frullatore. una passata abbastanza grossolana altrimenti va a finire in niente e lo metto in fresco dentro una coppetta con una fogliolina di menta della botte dell’Acetaia (chi è passato, sa 🙂
– scaldo una padella antiaderente: quando è calda faccio diventare croccante qualche fettozza tagliata irregolare a coltello (dal sederino) di un Parma Sant’Ilario (non ditelo al sig. Montali).
– quando è ora di servirlo, prendo una coppetta dal servizio della nonna, metto in fondo un po’ di Balsamela (scusate lo spot), verso pian piano il sorbetto fresco di melone e incastro le fette di prosciutto croccante.
Risultato gradevole e, visto il tempo di realizzazione di 5′ 45″ (escluso raffreddamento), direi degno di nota.
Ora è tempo della foto fatta con il cellulare. Mi scuso perchè è veramente orrenda (con messa a fuoco sul pecorino sardo nel retro)
Grazie a Davide di StudioCru per avermi fatto assaggiare questo vino di cui non avevo mai sentito prima 🙂
Andrea, bellissima idea, pens a che nel a mia prima ipotesi c’era una cos a simil e al tuo sorbetto. Farò lo stesso una ricetta fuori concorso.
Poi mi ha fatto molto piacere leggere il tuo post perché ci sono le note di degustazione.
Terza cosa IMPORTANTISSIMA, vedo che abbiamo usato un prosciutto dello stesso produttore!!! Adesso mi consolo di aver divorato anche quello che mi serviva per la decorazione… era squisito.
🙂
Uff, meno male non mi hai copiato 🙂
Però le meningi lavorano sull’abbinamento melone e aceto balsamico.
Un’abbinamento poi raccontanto benissimo.
Daniela, detto da te che considero una web-guru del fornello, mi fa estremamente piacere! Grazie 🙂
Il prosciutto Sant’Ilario imho è il migliore. (punto e a capo)
Scottarlo lo si sacrifica un po’ ma proprio perchè è buonissimo non butta fuori odoracci o salinità eccessive.
Per completezza, per una maggiore “incorporazione” dei gusti non esiterei a frullare il melone direttamente con il Balsamela inoltre, ma questo la dico sottovoce, ho fatto anche una prova con una spolverata di cannella… e anche una di pepe. Un gran casino insomma 🙂
Rossella, non ti ho copiato solo perche’ non ho fatto in tempo a vederla! 🙂
Si, pensato al Balsamico per dargli un tocco di acidità che manca sia al melone che al prosciutto.
Quando arriva la tua?? 🙂
no, dai un guru no 🙂
(mi scuso per i refusi del post precedente, un guru non li fa)
Comunque anche io avevo pensato di fare una cosa simile con il melone, però con il prosciutto farei un’altra cosa.
Al limite faccio una ricetta numero due. Si potrà?
Hai ragione, quel prosciutto è davvero buono, ho fatto bene a fidarmi del mio spacciatore di fiducia. Talmente buono che mi dispiaceva frullarlo. Devo dire che il sapore comunque si sentiva tutto. La mousse era solo più grassa del prosciutto a fette, cuocendolo di sicuro cambia.
Se trovo il tempo vorrei fare anche la ricetta bis.